I Colori della Luce
La prima rappresentazione dei colori dello spettro della luce disposti radialmente dentro un cerchio (cerchio cromatico ) fu opera di Isaac Newton (1642-1727).
Prima di arrivare alla rappresentazione circolare Newton individuò la relazione tra colore e luce partendo da alcuni esperimenti con un prisma condotti intorno al 1665.
Sarà solo nel 1704, con il trattato di Ottica, che Newton presenterà per la prima volta il cerchio cromatico, una sorta di diagramma a torta in cui ad ogni fetta corrisponde un colore.
È del 1708 una pubblicazione a firma di un misterioso C.B. nella quale sembrano già evidenti queste considerazioni anche se i due cerchi non sono molto coerenti tra loro presentando il primo 7 e il secondo 12 colori.

Molto più preciso è il cerchio di Moses Harris del 1766. Qui appaiono già i tre colori considerati a quel tempo i primari nella sintesi sottrattiva (cioè i colori-pigmento): rosso, giallo e blu. Al centro, infatti, è il nero come somma di tutti i colori.

Del 1810 è l’altro caposaldo nella storia del cerchio cromatico
Opera di Johann Wolfgang von Goethe e della sua Teoria dei Colori.
Johann Wolfgang von Goethe (1749 – 1832), nel saggio Zur Farbenlehre (“Della Teoria dei Colori”).
Illustra la sua teoria scientifica sui colori e sulla loro percezione che, nelle sue intenzioni, doveva rappresentare un nuovo modo di intendere non solo l’ottica, ma la fisica e, più in generale, la scienza.
Si tratta di uno scritto che si discosta molto dalle sue creazioni letterarie Goethe si pone in contrapposizione a una visione Newtoniana strettamente scientifica del fenomeno, ridando dignità sensibile e poetica al fenomeno.
Goethe riteneva insopportabile e inconcepibile la tirannia della matematica e dell’ottica.
Afferma una visione romantica del fenomeno.
I colori sono qualche cosa di vivo e di umano, che trovano la loro completa giustificazione fenomenologica nella macchina fisica che è l’occhio umano ma anche e soprattutto nella spiritualità e nell’animo dell’osservatore.
Vino di Luce – Lore Ipsum*
Il vigneto si affaccia a mattina, è rivolto a Est/Nord Est, ubicato in un angolo remoto e nascosto, affacciato su di una valletta, un vaio scosceso.
Ne risulta un vino verticale, con una spalla acida importante, che ne eleva il carattere floreale, sensazioni di agrumi, di grande freschezza, finale sapido e tagliente.
Il terreno è costituito da basalto puro (SiO2, MgO, CaO), con sfumature sia verdi, che rosse, Rame (Cu) e Ferro (Fe)

(*) etichetta non ancora approvata dalla committenza quindi anonima.
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