Wine Design

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Questa settimana ho terminato un disegno ( molto classico ) per una nuova cantina l’Azienda Agricola Montenigo di Montorio.

Il committente aveva già incaricato uno studio grafico di progettare l’etichetta, serviva un disegno per completare l’etichetta che era già impostata e anche l’immagine che il committente chiedeva era ben precisa. Dovevo quindi solo assecondare il desiderio del cliente ed ottenere la sua soddisfazione.

Missione riuscita … del resto si sono rivolti al migliore..!!

Montenigo Scattolin 2018

Ricerca

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La ricerca costante di un progettista, si deve portare avanti attraverso metodi ed esercizi diversi, il disegno è uno di questi. Il disegno produce riflessioni sotto forma di architetture astratte che agiscono sul nostro immaginario e che quindi non hanno nulla a che fare con la realtà dello spazio costruito ma anticipano possibili direzioni, creano le condizioni per pensare l’architettura.

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Le città invisibili – Valdrada ( bozzetto ) – Luigi Scattolin

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Le Città Invisibili – Leandra

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Dèi di due specie proteggono la città di Leandra. Gli uni e gli altri sono cosí piccoli che non si vedono e cosí numerosi che non si possono contare. Gli uni stanno sulle porte delle case, all’interno, vicino all’attaccapanni e al portaombrelli; nei traslochi seguono le famiglie e s’installano nei nuovi alloggi alla consegna delle chiavi. Gli altri stanno in cucina, si nascondono di preferenza sotto le pentole, o nella cappa del camino, o nel ripostiglio delle scope: fanno parte della casa e quando la famiglia che ci abitava se ne va, loro restano coi nuovi inquilini; forse erano già lí quando la casa non c’era ancora, tra l’erbaccia dell’area fabbricabile, nascosti in un barattolo arrugginito; se si butta giú la casa e al suo posto si costruisce un casermone per cinquanta famiglie, ce li si ritrova moltiplicati, nella cucina d’altrettanti appartamenti. Per distinguerli, chiameremo Penati gli uni e gli altri Lari.

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In una casa, non è detto che i Lari stiano sempre coi Lari e i Penati coi Penati: si frequentano, passeggiano insieme sulle cornici di stucco, sui tubi dei termosifoni, commentano i fatti della famiglia, è facile che litighino, ma possono pure andar d’accordo per degli anni; a vederli tutti in fila non si distingue quale è l’uno e quale è l’altro. I Lari hanno visto passare tra le loro mura Penati delle piú diverse provenienze e abitudini; ai Penati tocca farsi un posto gomito a gomito coi Lari d’illustri palazzi decaduti, pieni di sussiego, o coi Lari di baracche di latta, permalosi e diffidenti. La vera essenza di Leandra è argomento di discussioni senza fine. I Penati credono d’essere loro l’anima della città, anche se ci sono arrivati l’anno scorso, e di portarsi Leandra con sé quando emigrano. I Lari considerano i Penati ospiti provvisori, importuni, invadenti; la vera Leandra è la loro, che dà forma a tutto quello che contie ne, la Leandra che era lí prima che tutti questi intrusi arrivassero e resterà quando tutti se ne saranno andati. In comune hanno questo: che su quanto succede in famiglia e in città trovano sempre da ridire, i Penati tirando in ballo i vecchi, i bisnonni, le prozie, la famiglia d’una volta, i Lari l’ambiente com’era prima che lo rovinassero. Ma non è detto che vivano solo di ricordi: almanaccano progetti sulla carriera che faranno i bambini da grandi (i Penati), su cosa potrebbe diventare quella casa o quella zona (i Lari) se fosse in buone mani. A tendere l’orecchio, specie di notte, nelle case di Leandra, li senti parlottare fitto fitto, darsi sulla voce, rimandarsi motteggi, sbuffi, risatine ironiche.

da: Le Città Invisibili di Italo Calvino

 

Light, colours & wine labels

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I Colori della Luce

La prima rappresentazione dei colori dello spettro della luce disposti radialmente dentro un cerchio (cerchio cromatico )  fu opera di Isaac Newton (1642-1727).

Prima di arrivare alla rappresentazione circolare Newton individuò la relazione tra colore e luce partendo da alcuni esperimenti con un prisma condotti intorno al 1665.

Sarà solo nel 1704, con il trattato di Ottica, che Newton presenterà per la prima volta il cerchio cromatico, una sorta di diagramma a torta in cui ad ogni fetta corrisponde un colore.newtin

È del 1708 una pubblicazione a firma di un misterioso C.B. nella quale sembrano già evidenti queste considerazioni anche se i due cerchi non sono molto coerenti tra loro presentando il primo 7 e il secondo 12 colori.

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Molto più preciso è il cerchio di Moses Harris del 1766.  Qui appaiono già i tre colori considerati a quel tempo i primari nella sintesi sottrattiva (cioè i colori-pigmento): rosso, giallo e blu. Al centro, infatti, è il nero come somma di tutti i colori.

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Del 1810 è l’altro caposaldo nella storia del cerchio cromatico

Opera di Johann Wolfgang von Goethe e della sua Teoria dei Colori.

 

Johann Wolfgang von Goethe (1749 – 1832), nel saggio Zur Farbenlehre (“Della Teoria dei Colori”).

Illustra la sua teoria scientifica sui colori e sulla loro percezione che, nelle sue intenzioni, doveva rappresentare un nuovo modo di intendere non solo l’ottica, ma la fisica e, più in generale, la scienza.

Si tratta di uno scritto che si discosta molto dalle sue creazioni letterarie Goethe si pone in contrapposizione a una visione Newtoniana strettamente scientifica del fenomeno, ridando dignità sensibile e poetica al fenomeno.

Goethe riteneva insopportabile e inconcepibile la tirannia della matematica e dell’ottica.

Afferma una visione romantica del fenomeno.

I colori sono qualche cosa di vivo e di umano, che trovano la loro completa giustificazione fenomenologica nella macchina fisica che è l’occhio umano ma anche e soprattutto nella spiritualità e nell’animo dell’osservatore.

Fonte EMANUELA PULVIRENTI

Vino di Luce – Lore Ipsum*

Il vigneto si affaccia a mattina, è rivolto a Est/Nord Est, ubicato in un angolo remoto e nascosto, affacciato su di una valletta, un vaio scosceso.

Ne risulta un vino verticale, con una spalla acida importante, che ne eleva il carattere floreale, sensazioni di agrumi, di grande freschezza, finale sapido e tagliente.

Il terreno è costituito da basalto puro (SiO2, MgO, CaO), con sfumature sia verdi, che rosse, Rame (Cu) e Ferro (Fe)

LORE IPSUM

(*) etichetta non ancora approvata dalla committenza quindi anonima.

Le Città Invisibili – Smeraldina

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A Smeraldina, città acquatica, un reticolo di canali e un reticolo di strade si sovrappongono e s’intersecano.

Per andare da un posto a un altro hai sempre la scelta tra il percorso terrestre e quello in barca: e poiché la linea piú breve tra due punti a Smeraldina non è una retta ma uno zigzag che si ramifica in tortuose varianti, le vie che s’aprono a ogni passante non sono soltanto due ma molte, e ancora aumentano per chi alterna traghetti in barca e trasbordi all’asciutto.

Cosí la noia a percorrere ogni giorno le stesse strade è risparmiata agli abitanti di Smeraldina. E non è tutto: la rete dei passaggi non è disposta su un solo strato, ma segue un saliscendi di scalette, ballatoi, ponti a schiena d’asino, vie pensili. Combinando segmenti dei diversi tragitti sopraelevati o in superficie, ogni abitante si dà ogni giorno lo svago d’un nuovo itinerario per andare negli stessi luoghi.

Le vite piú abitudinarie e tranquille a Smeraldina trascorrono senza ripetersi.

A maggiori costrizioni sono esposte, qui come altrove, le vite segrete e avventurose. I gatti di Smeraldina, i ladri, gli amanti clandestini si spostano per vie piú alte e discontinue, saltando da un tetto all’altro, calandosi da un’altana a un verone, contornando grondaie con passo da funamboli. Piú in basso, i topi corrono nel buio delle cloache l’uno dietro la coda dell’altro insieme ai congiurati e ai contabbandieri: fanno capolino da tombini e da chiaviche, svicolano per intercapedini e chiassuoli, trascinano da un nascondiglio all’altro croste di formaggio, mercanzie proibite, barili di polvere da sparo, attraversano la compattezza della città traforata dalla raggera dei cunicoli sotterranei.

Una mappa di Smeraldina dovrebbe comprendere, segnati in inchiostri di diverso colore, tutti questi tracciati, solidi e liquidi, palesi e nascosti. Piú difficile è fissare sulla carta le vie delle rondini, che tagliano l’aria sopra i tetti, calano lungo parabole invisibili ad ali ferme, scartano per inghiottire una zanzara, risalgono a spirale rasente un pinnacolo, sovrastano da ogni punto dei loro sentieri d’aria tutti i punti della città.

(Italo Calvino – Le città invisibili)

Le Città Invisibili – Diomira

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Ho amato e amo tutt’ora “Le Città Invisibili”, dopo la fortunata avventura di Verona Sketchbook ( il mio libro su Verona ), sto coltivando l’idea di illustrare completamente il capolavoro di Italo Calvino, piano piano , lentamente, quando sento il bisogno di rilassarmi, prendo la penna e metto su carta qualche idea, solamente schizzi, ma piano piano l’idea prende forma.

Diomira

Le Città Invisibili – Diomira, studio per le cupole

Diomira

“Partendosi di là e andando tre giornate verso levante, l’uomo si trova a Diomira, città con sessanta cupole d’argento, statue in bronzo di tutti gli dei, vie lastricate in stagno, un teatro di cristallo, un gallo d’oro che canta ogni mattina su una torre. Tutte queste bellezze il viaggiatore già conosce per averle viste anche in altre città. Ma la proprietà di questa è che chi vi arriva una sera di settembre, quando le giornate s’accorciano e le lampade multicolori s’accendono tutte insieme sulle porte delle friggitorie, e da una terrazza una voce di donna grida: uh!, viene da invidiare quelli che ora pensano d’aver già vissuto una sera uguale a questa e d’esser stati quella volta felici.”

Urban Sketching

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allenarsi a rappresentare dal vero gli edifici della città sia doveroso, otre che divertente, per tutti coloro che sono attivi nell’architettura.

 

bty

Villa Brugnoli

Villa Brugnoli

Verona – Scala della Ragione

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Verona - Scala della Ragione

Cortile Mercato Vecchio – Scala della Ragione
Indian ink on Fabriano Artistico watercolor paper 300 gr/sqm
dim. 50×35 cm